TAV A RIVALTA

Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?

Di nuovo l’ombra del TAV a minacciare Rivalta. Sotto la spinta del Governo, le Ferrovie stanno tornando alla carica con la proposta di nuova linea ferroviaria tra Avigliana e lo Scalo di Orbassano. Oltre a traforare la Collina Morenica per oltre 10 chilometri, tracciato e cantieri sarebbero praticamente addosso all’abitato a poche decine di metri da San Vittore e dal cimitero. Tutto come nel progetto di 10 anni fa, rimasto di fatto immutato. E noi in mezzo.

Perché? Chi ha deciso? Il Comune che fa?

Questo tracciato (la cosiddetta “Variante Collina Morenica”) è stato voluto dall’Osservatorio Torino – Lione a fine 2017. Affrettatasi ad entrarvi appena eletta, l’attuale Amministrazione Comunale ha accettato questa decisione con un silenzio-assenso: nessuna posizione formale contraria a queste scelte dell’Osservatorio, così devastanti per Rivalta. Un atteggiamento succube e passivo, grazie al quale questo progetto è dato per acquisito e “condiviso” (sic!). Ora il Governo si accinge a imporcelo, attraverso la nomina di un nuovo Commissario Straordinario con poteri eccezionali che può affidare direttamente progetti e appalti, passare sopra qualsiasi autorizzazione o vincolo dei Comuni, ridurre i tempi delle valutazioni ambientali. Con queste forzature i cantieri a Rivalta potrebbero essere aperti entro 2 anni.

Perché? Chi ha deciso? Il Comune che fa?

Questo tracciato (la cosiddetta “Variante Collina Morenica”) è stato voluto dall’Osservatorio Torino – Lione a fine 2017. Affrettatasi ad entrarvi appena eletta, l’attuale Amministrazione Comunale ha accettato questa decisione con un silenzio-assenso: nessuna posizione formale contraria a queste scelte dell’Osservatorio, così devastanti per Rivalta. Un atteggiamento succube e passivo, grazie al quale questo progetto è dato per acquisito e “condiviso” (sic!). Ora il Governo si accinge a imporcelo, attraverso la nomina di un nuovo Commissario Straordinario con poteri eccezionali che può affidare direttamente progetti e appalti, passare sopra qualsiasi autorizzazione o vincolo dei Comuni, ridurre i tempi delle valutazioni ambientali. Con queste forzature i cantieri a Rivalta potrebbero essere aperti entro 2 anni.

Cosa potrebbe succedere?

L’impatto dei cantieri TAV sarebbe devastante per Rivalta. Occuperebbero quasi un milione di metri quadrati per non meno di 7 anni. Le centinaia di migliaia di metri cubi di detriti di scavo verrebbero scaricati sul Parco del Sangone, trasformato in discarica a cielo aperto a poche centinaia di metri dal centro di Rivalta.

Danni enormi e permanenti, ormai impossibili da ignorare persino per l’attuale Amministrazione ora tardivamente spaventata. In una sua recente delibera di Consiglio Comunale, afferma senza mezzi termini che “le conseguenze della cantierizzazione [..] sono tali da determinare: i) ingenti quantità di movimento terra e transiti continui di mezzi da cantiere  ii) impatti ambientali estremamente rilevanti su tutto il comprensorio rivaltese, in particolare in termini di qualità dell’aria e rumore  iii) una trasformazione irreversibile del territorio, con il completo depauperamento delle aree agricole che dividono il centro di Rivalta dalla conurbazione torinese   iv) pesanti disagi viari e nelle comunicazioni con la città e con i principali presidi ospedalieri”.

Ma non ci sono alternative?

La linea ferroviaria tra Avigliana e Torino esiste già, moderna e funzionale. Lo Scalo di Orbassano (inutilizzato e vuoto come un deserto dei Tartari) è già collegato. La nuova ferrovia che vuole imporre il Governo è un doppione, senza alcun beneficio o miglioramento. Ancora nel mezzo della pandemia Covid-19, nell’area metropolitana più inquinata di Italia, la politica preme l’acceleratore sull’ennesima grande opera inutile, devastante e costosa: quasi 2 miliardi di euro sprecati per distruggere il territorio anziché per cose utili come, ad esempio, il potenziamento delle strutture sanitarie e del trasporto pubblico. A chi giova?

Guarda la mappa di quello che potrebbe succedere!