Ce lo chiede l’Italia: fuori dai Tunnel della retorica

Foresta_Italia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Ce lo chiede il Paese. Questo meravigliosa Italia, oggi ferita un’altra volta, l’ennesima. “L’Italia assassinata dai giornali e dal cemento” come già diceva Francesco De Gregori. Terra fragile, divenuta rischiosa per colpa di decenni di malgoverno e malaffare. E di questa incessante pioggia di parole vacue della politica, riverberate dai canali informativi.
Ma i fatti urlano. E la somma dei fatti fa 120 milioni di euro. Soldi del Bilancio dello Stato, anno 2016, per il Tunnel del Tav Torino Lione. E ancora altri 700 milioni di euro fino al 2020, totale 2,2 miliardi di euro stanziato da oggi al 2029, quindi disponibili. E poi sommiamo spese già fatte o preventivate per le altre “Tav” (Mose, Ponte sullo Stretto, Terzo Valico…).
Ora è il momento dei fatti. Ce lo chiede l’Italia. Lo hanno detto e ripetuto in tantissimi in questi giorni: Salvatore Settis, Tomaso Montanari, Mario Tozzi, per citarne alcuni. E lo dice da sempre il Movimento No Tav, come 3 anni fa a L’Aquila.
Questo fiume di denaro pubblico è pronto, la Grande Opera Utile e Condivisa è a portata di mano. Non servono concessioni della Merkel per contrarre altro debito pubblico. Usiamo i soldi già stanziati per la Torino Lione e per le tante grandi opere inutili e imposte. Ci sono, usiamoli subito. Usiamoli per la ricostruzione e la messa in sicurezza del nostro territorio.
Ce lo chiede l’Italia. Un’iniezione di lavoro positivo in mille e uno punti del Paese, per un incredibile volano virtuoso. Un’idea così limpida, comprensibile a qualsiasi cittadino. Persino per gli economisti della Bocconi, proprio loro, quelli dei benefici del Tav.
E’ il momento dei fatti, e come sempre tocca a noi farli. In prima persona, valle per valle, città per città. Come fa il Movimento No Tav da quasi trent’anni. E’ l’azione dal basso, l’unica capace di spazzare via le bugie, gli interessi, gli appetiti delle grandi opere inutili e imposte. Quelli che divorano il futuro delle nostre terre.
Basta un Sì, al bene di tutti.